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Europee, lista Tsipras messa a rischio dall’ultra-rottamazione

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I promotori dell’appello per la lista Tsipras alle europee stanno rischiando di rovinare i primi risultati positivi e il senso unitario del progetto, se insistono come hanno fatto due giorni fa con la clausola: “Nella lista, in coe­renza con il pro­gramma, potranno venir can­di­date per­sone, anche con appar­te­nenze par­ti­ti­che, che non abbiano avuto inca­ri­chi elet­tivi e respon­sa­bi­lità di rilievo in un par­tito nell’ultimo decen­nio

C’è ancora da sperare che sia una gaffe, che sia espressa male, che sia correggibile. Viceversa questa frase introdurrebbe un elemento nuovo di “anti-politica” rottamatrice nella storia della sinistra italiana da far impallidire Renzi, con la differenza che Renzi proponeva sè stesso e qua non si capisce chi propone chi (a meno che i sei promotori non intendano proporsi essi stessi, ma non mi risulta).

Forse i promotori non hanno considerato il fatto che nei partiti “piccoli” la maggior parte dei militanti è stata candidata a qualche incarico elettivo, e se non è stata candidata, ha dato tempo e fatica per qualche candidato preferito. In pratica così come è scritta la regola significa: se sei stato eletto in qualche istituzione elettiva o alla segreteria locale o nazionale del tuo partito  – anche  solo per un breve periodo di tempo dopo il 2004 – non ti puoi candidare a queste europee. Se sei stato candidato  ma non sei passato, invece  puoi. (Esempio: io candidato ‘verde’ nel 2005 alle regionali del Piemonte potrei, invece chi venne eletto no). Se hai fatto l’assistente-attacchino tuttofare di un candidato eletto, puoi candidarti ora.

Insomma una norma che – per usare un  linguaggio che non mi piace ma che sembra piacere alla filosofia di chi l’ha scritta – dà spazio a  “trombati” e perdenti vari. Perchè chi è stato nelle istituzioni negli ultimi 10 anni, invece, non andrebbe bene. E i nominati? Si parla di incarichi elettivi e responsabilità di partito ma gli assessori molto spesso non vengono scelti tra gli eletti. Quindi si potrebbero candidare?

Del resto la dizione “anche con appartenenze partitiche” pur non essendo escludente è già abbastanza critica. Una volta si diceva “anche senza appartenenze partitiche”. Possiamo evitare di far sentire di serie B chi è in un partito o chi non lo è?

Se l’aspirazione dei promotori è quella di una lista che metta in luce nomi e volti nuovi alla politica, allora cerchiamo energie e capacità senza escludere a priori chi ha fatto politica dopo il 2004. Se il timore è quello di ripetere l’atmosfera un po’ asfittica e lottizzata di Sinistra Arcobaleno e di Rivoluzione Civile si tenga presente che c’è una differenza radicale. Quelle erano liste bloccate del Porcellum, che non si potevano sottoppore a primarie perchè bisognava comunque comporre  una coalizione. Qui i risultati saranno determinati dalle preferenze. E la lista si può comporre con primarie.

Ci si concentri caso mai sulle pari opportunità per i  candidati di fronte alle preferenze, tema complesso. Si cerchi di coinvolgere la famiglia ambientalista, altro tema complesso ma fattibile. Introdurre invece una tale clausola escludente ancora più severa di quella dei 5 stellati (escludono il terzo mandato, non escludono chi ha avuto un mandato negli ultimi 10 anni) significa concentrare l’attenzione e il dibattito su questo aspetto, aprire e alimentare recriminazioni tutte italiane, allontanare il tema della svolta in Europa, offendere inutilmente un bel po’ di gente (per esempio quelli che han portato Sel ad appoggiare l’idea di una lista Tsipras). Insomma è meglio toglierla e ripensarla.

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